Di Massimo Svanoni, 29/04/24

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No Rest for the Wicked è il nuovo action RPG di Moon Studios, gli sviluppatori noti per la splendida serie Ori, e rappresenta un cambio di rotta radicale rispetto alle atmosfere eteree dei loro titoli precedenti. Disponibile in accesso anticipato su Steam da aprile 2024, il gioco immerge il giocatore in un mondo oscuro, crudo e medievaleggiante, dove la bellezza artistica si fonde con una brutalità di gioco sorprendente. A prima vista potrebbe sembrare un soulslike isometrico, ma l’anima di No Rest for the Wicked è ben più sfaccettata: è un ARPG con elementi da immersive sim, combat tecnico e persino sistemi da life sim e gestione.
Ciò che colpisce immediatamente è lo stile visivo. Il mondo è interamente disegnato a mano, con un livello di dettaglio e un’illuminazione che rendono ogni ambiente una piccola opera d’arte. Anche se la telecamera è dall’alto, la verticalità delle ambientazioni e l’uso della luce e delle ombre danno profondità inaspettata all’esplorazione. Il gameplay, però, è tutt’altro che contemplativo: il combattimento è estremamente preciso, punitivo e lento, richiedendo un tempismo accurato e un approccio ragionato. Non si tratta di premere tasti in fretta, ma di leggere i nemici, gestire la stamina e scegliere con cura quando colpire o schivare. Questo rende ogni scontro teso e gratificante, ma anche potenzialmente frustrante per chi si aspetta un hack and slash più veloce e accessibile.
Una delle sorprese maggiori è la cittadina di Sacrament, il fulcro sociale del gioco. Qui il titolo mostra un’anima inaspettata: gestione della casa, raccolta di risorse, cucina, pesca e artigianato si uniscono al loop più classico del dungeon crawling. Questo mix di combattimento e slice of life ricorda vagamente titoli come Dark Souls incontrano Stardew Valley, un accostamento rischioso ma intrigante. È anche presente una componente online asincrona che promette interazioni multiplayer future, ampliando il potenziale del gioco a lungo termine.
Ma No Rest for the Wicked è ancora un progetto in divenire, e i difetti non mancano. Essendo in accesso anticipato, il contenuto al momento è limitato, e sebbene il sistema di combattimento sia già solido, la varietà di missioni, ambienti e nemici non è ancora sufficiente per sostenere una lunga campagna. Anche l’interfaccia e il bilanciamento del loot necessitano di aggiustamenti: alcuni menu sono macchinosi e la curva di difficoltà ha picchi improvvisi che possono disorientare. Inoltre, la narrazione, pur interessante, è ancora abbozzata e spesso lasciata troppo sullo sfondo rispetto all’intensità del gameplay.
Nonostante questi limiti, No Rest for the Wicked è una proposta audace e carismatica, un gioco che riesce a coniugare atmosfere artisticamente raffinate con un gameplay duro e tecnico, capace di parlare sia agli amanti delle sfide impegnative che a chi cerca un mondo in cui immergersi lentamente. Il suo valore risiede nella visione originale e nel potenziale evolutivo che si intravede sotto la superficie. Per chi è disposto a entrare in un’esperienza ancora in fase di crescita ma già fortemente distintiva, vale la pena seguirne l’evoluzione passo dopo passo.

No Rest for the Wicked è il nuovo action RPG di Moon Studios, gli sviluppatori noti per la splendida serie Ori, e rappresenta un cambio di rotta radicale rispetto alle atmosfere eteree dei loro titoli precedenti. Disponibile in accesso anticipato su Steam da aprile 2024, il gioco immerge il giocatore in un mondo oscuro, crudo e medievaleggiante, dove la bellezza artistica si fonde con una brutalità di gioco sorprendente. A prima vista potrebbe sembrare un soulslike isometrico, ma l’anima di No Rest for the Wicked è ben più sfaccettata: è un ARPG con elementi da immersive sim, combat tecnico e persino sistemi da life sim e gestione.
Ciò che colpisce immediatamente è lo stile visivo. Il mondo è interamente disegnato a mano, con un livello di dettaglio e un’illuminazione che rendono ogni ambiente una piccola opera d’arte. Anche se la telecamera è dall’alto, la verticalità delle ambientazioni e l’uso della luce e delle ombre danno profondità inaspettata all’esplorazione. Il gameplay, però, è tutt’altro che contemplativo: il combattimento è estremamente preciso, punitivo e lento, richiedendo un tempismo accurato e un approccio ragionato. Non si tratta di premere tasti in fretta, ma di leggere i nemici, gestire la stamina e scegliere con cura quando colpire o schivare. Questo rende ogni scontro teso e gratificante, ma anche potenzialmente frustrante per chi si aspetta un hack and slash più veloce e accessibile.
Una delle sorprese maggiori è la cittadina di Sacrament, il fulcro sociale del gioco. Qui il titolo mostra un’anima inaspettata: gestione della casa, raccolta di risorse, cucina, pesca e artigianato si uniscono al loop più classico del dungeon crawling. Questo mix di combattimento e slice of life ricorda vagamente titoli come Dark Souls incontrano Stardew Valley, un accostamento rischioso ma intrigante. È anche presente una componente online asincrona che promette interazioni multiplayer future, ampliando il potenziale del gioco a lungo termine.
Ma No Rest for the Wicked è ancora un progetto in divenire, e i difetti non mancano. Essendo in accesso anticipato, il contenuto al momento è limitato, e sebbene il sistema di combattimento sia già solido, la varietà di missioni, ambienti e nemici non è ancora sufficiente per sostenere una lunga campagna. Anche l’interfaccia e il bilanciamento del loot necessitano di aggiustamenti: alcuni menu sono macchinosi e la curva di difficoltà ha picchi improvvisi che possono disorientare. Inoltre, la narrazione, pur interessante, è ancora abbozzata e spesso lasciata troppo sullo sfondo rispetto all’intensità del gameplay.
Nonostante questi limiti, No Rest for the Wicked è una proposta audace e carismatica, un gioco che riesce a coniugare atmosfere artisticamente raffinate con un gameplay duro e tecnico, capace di parlare sia agli amanti delle sfide impegnative che a chi cerca un mondo in cui immergersi lentamente. Il suo valore risiede nella visione originale e nel potenziale evolutivo che si intravede sotto la superficie. Per chi è disposto a entrare in un’esperienza ancora in fase di crescita ma già fortemente distintiva, vale la pena seguirne l’evoluzione passo dopo passo.

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