Occhio a Prince of Persia: The Lost Crown

Di Massimo Svanoni, 20/08/24
Steam - Twitch
Prince of Persia: The Lost Crown segna un ritorno inaspettato ma coraggioso per una delle saghe più iconiche della storia videoludica. Sviluppato da Ubisoft Montpellier, il gioco abbandona il 3D realistico degli episodi passati per abbracciare una struttura da metroidvania in 2.5D, incentrata sull’esplorazione, il platforming preciso e il combattimento tecnico. Nei panni di Sargon, un guerriero appartenente a un’élite chiamata Gli Immortali, il giocatore si muove attraverso un mondo denso, mitologico e pieno di enigmi temporali.
Una delle caratteristiche più interessanti del gioco è proprio la combinazione tra fluidità nei movimenti e design dei livelli, che premia l’osservazione, la memoria spaziale e la padronanza delle abilità acquisite. Ogni area è interconnessa, con porte che si aprono solo una volta ottenuti determinati poteri, e l’uso creativo dello spazio è incoraggiato da enigmi ambientali che spesso richiedono tempismo e ingegno. L’elemento temporale – da sempre parte del DNA della serie – ritorna qui sotto forma di poteri che permettono al protagonista di manipolare brevemente il tempo, creando cloni o rallentando nemici e trappole. Questo aggiunge profondità sia al combattimento che all’esplorazione, rendendo il gameplay estremamente dinamico e gratificante per chi ama il genere.
Il sistema di combattimento è sorprendentemente robusto, con un ritmo veloce, attacchi concatenabili, parry e schivate che richiedono reattività e precisione. I boss, in particolare, rappresentano picchi di difficoltà ben dosati e propongono sfide memorabili. Le animazioni, poi, sono estremamente fluide e stilizzate, e conferiscono a ogni scontro un’estetica spettacolare. La direzione artistica, basata su un mix tra mitologia persiana, design moderno e ambientazioni fantastiche, dà un’identità visiva forte al gioco, anche se non a tutti potrà piacere lo stile cartoon dalle tinte sgargianti, lontano dal realismo a cui i fan della saga erano abituati.
Il gioco è pienamente consapevole del suo essere un metroidvania moderno e include qualche interessante innovazione di qualità della vita, come la possibilità di scattare "screenshot" della mappa per ricordarsi dove tornare una volta ottenuti nuovi poteri. È un’idea semplice ma brillante, che allevia la frustrazione tipica del backtracking cieco. Allo stesso tempo, il level design evita la ripetitività grazie a una buona varietà di ambienti e a puzzle sempre diversi, che sfruttano in modo intelligente le meccaniche sbloccate nel tempo.
Tuttavia, non tutto è perfetto. Il ritmo narrativo è poco incisivo, con una trama che, pur avendo qualche colpo di scena, non riesce a generare un vero coinvolgimento emotivo. I personaggi secondari risultano abbastanza piatti e alcune sequenze di dialogo tendono a interrompere il flusso di gioco senza aggiungere molto. Inoltre, l’inizio è piuttosto lento, e può scoraggiare chi non ha familiarità con le dinamiche da metroidvania o si aspetta un’azione più immediata. Anche la colonna sonora, sebbene ben integrata in certi momenti, non lascia un’impronta memorabile quanto ci si potrebbe aspettare da un titolo di questo calibro.
Nonostante questi difetti, Prince of Persia: The Lost Crown è un eccellente esempio di come si possa reinventare una saga storica senza tradirne lo spirito, proponendo un gameplay raffinato, impegnativo e appagante. È un titolo che vale la pena giocare non solo per i fan della serie, ma anche per gli amanti dei platform e dei metroidvania in cerca di una sfida intelligente, elegante e ben confezionata. Ubisoft Montpellier ha saputo osare, e il risultato è un gioco sorprendentemente solido, ricco di contenuti e curato nei dettagli, che segna un nuovo inizio più che degno per il Principe.

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