Occhio a Eriksholm: The Stolen Dream

Di Massimo Svanoni, 28/10/25
Steam - Twitch

Eriksholm: The Stolen Dream si presenta come un’avventura stealth isometrica con una forte anima narrativa: mentre Hanna sta recuperando dalla malattia che la vede inchiodata a letto, il fratello esce di casa, ma non fa ritorno. La sera stessa la polizia fa irruzione in casa per portarla con sé. Fingendo di cambiarsi, la nostra inizia una lunga fuga che caratterizzerà tutta le prime fasi di gioco, attraverso una città scandinava di fantasia caratterizzata da marcate tensioni sociali, da un'epidemia che non si riesce ad arginare e a da un'oppressione che pare non voler allentare la sua morsa.

Dal punto di vista delle meccaniche, Eriksholm si comporta più come un “puzzle stealth” che come un sandbox tattico. Il gameplay si regge su livelli progettati in modo serrato dove l’obiettivo non è tanto improvvisare soluzioni creative in un ambiente aperto, quanto padroneggiare una specifica serie di strumenti e tempistiche: spostamenti isometrici precisi, uso delle abilità della protagonista (una sorta di scaltra ladruncola) e successivamente uso combinato delle abilità prima di due, quindi di tre personaggi, manipolazione delle guardie e degli elementi ambientali. Spesso l'approccio è quello del trial & error, poiché gran parte delle situazioni sono studiate in modo preciso, piuttosto che aperto.

Rispetto a classici isometrici tattici come Commandos o Desperados, Eriksholm rinuncia a un approccio in cui il giocatore può orchestrare un piano multi-fase in un’area relativamente ampia; rispetto a Hitman o a stealth più moderni, non offre la stessa libertà di scelta nelle soluzioni o la stessa varietà di approcci possibili. Piuttosto, si avvicina — nel concetto — a prodotti che trasformano lo stealth in puzzle (pensate a versioni più “chiuse” del genere, o a titoli che limitano l’azione per costruire sfide discrete). Questa scelta lo rende molto differente da giochi che premiano il fallimento creativo e la sperimentazione, e lo inserisce invece nella famiglia delle esperienze a “livelli” con soluzioni spesso precise.

La progressione del gioco è uno dei suoi punti forti: i primi capitoli introducono meccaniche base e situazioni relativamente semplici che servono da tutorial integrato, mentre i capitoli successivi accumulano elementi (nuovi nemici con pattern più complessi, interazioni ambientali supplementari, e la necessità di sfruttare in tandem i diversi personaggi) fino a creare scenari che richiedono tempismo e pianificazione più stringenti. Questo crescendo è progettato per far sentire il giocatore sempre più competente e, al contempo, mettere alla prova la sua capacità di combinare ciò che ha imparato. Verso le fasi finali si raggiungono livelli di sfida che ricordano puzzle “a scatola chiusa”, dove la soluzione ottimale non è immediatamente evidente ma, una volta trovata, risulta molto gratificante.

Perché conviene giocarci? Se amate le esperienze compatte, con una regia solida, un’identità visiva marcata e livelli progettati con cura, Eriksholm dà molte soddisfazioni: la combinazione di narrazione e design dei livelli crea momenti in cui la tensione e la “clickabilità” del gameplay si fondono bene, e il tempo di gioco (una campagna principale che si aggira sulle 10–15 ore per la maggior parte dei giocatori) è giustificato da una densità narrativa e micro-meccanica che raramente annoia. Inoltre, la natura puzzle dello stealth può risultare rinfrescante per chi cerca una sfida mentale più che un’esperienza di simulazione tattica. Non possiamo non notare la cura artistica e la qualità dell’ambientazione, elementi che rendono l’esplorazione piacevole anche quando la soluzione richiede ripetizione.

Il limite più evidente in tutto questo impianto è la linearità e la rigidità delle soluzioni: giocatori abituati a titoli stealth più permissivi potrebbero sentirsi costretti in scenari dove un piccolo errore spesso significa ripetere sezioni finché non si azzecca la tempistica esatta. Questo riduce la sensazione di libertà e azzera quasi la rigiocabilità, riducendo un po' il rapporto qualità/prezzo (molto dipendente dal vostro gusto, in effetti). Una menzione la meritano alcuni passaggi narrativi che, dopo un avvio potente, tendono a usare troppe convenzioni da “villain plot”, perdendo parte dell’impatto emotivo iniziale.

In definitiva, Eriksholm: The Stolen Dream è un titolo consigliabile se cercate un’esperienza compatta e ben rifinita che mette il design dei livelli e la narrazione al centro, e se vi diverte risolvere rompicapi mascherati da missioni stealth. Se invece preferite sandbox ampi e soluzioni emergenti, o un’alta dose di libertà creativa nel modo di affrontare gli incontri, probabilmente troverete il gioco troppo restrittivo. Per chi ama invece la combinazione di estetica curata, doppiaggio solido e puzzle tattici che salgono gradualmente di complessità, Eriksholm rappresenta una proposta interessante nel panorama indie del 2025.

ALTRI ARTICOLI CHE TI POTREBBERO INTERESSARE

No Rest for the Wicked è il nuovo action RPG di Moon Studios, gli sviluppatori noti per la splendida serie Ori, e rappresen