Di Massimo Svanoni, 25/08/25

Steam - Twitch
The Drifter è un’avventura grafica disponibile su Steam che cattura fin da subito per la sua atmosfera cupa e il ritmo narrativo serrato. Sviluppato da Powerhoof, lo stesso team dietro titoli come Crawl, il gioco si muove sul solco delle classiche avventure punta e clicca, ma lo fa con uno stile moderno, asciutto e incentrato più sulla storia che sull’accumulo di oggetti o enigmi complicati. Il protagonista è Mick Carter, un uomo che ritorna nella sua città natale per un funerale e si ritrova trascinato in un vortice di misteri, violenza e soprannaturale. La trama scivola rapidamente da un noir crudo a un thriller psicologico, fino a toccare il terreno della fantascienza, senza perdere coerenza (forse giusto un passaggio tra il capitolo 5 e il capitolo 6 appare un po' forzato) e con una scrittura che sa sorprendere nei momenti giusti.
Dal punto di vista delle meccaniche, The Drifter mantiene un approccio classico al genere, ma evita la pesantezza di puzzle macchinosi o combinazioni improbabili di oggetti. La progressione è lineare, pensata per non spezzare mai il ritmo narrativo, e le interazioni si basano su un sistema intuitivo che privilegia la fluidità piuttosto che la complessità. Si può affrontare con il mouse, spostandolo per lo schermo alla ricerca dei classici hotspot ma noi consigliamo l'uso del pad, nel qual caso, all'attivazione di un pulsante, il protagonista viene circondato da un cerchio tratteggiato sul quale compaiono i diversi punti di interazione, collocati a seconda della sua posizione. Più comodo a usarsi che a descriversi. Le situazioni di gioco si alternano a seconda del livello di tensione, alcuni enigmi richiedono tempismo, altri si inseriscono in una logica di trial & error che tuttavia si fonde perfettamente con l'impianto narrativo e non appare assolutamente fuori luogo.
L’aspetto visivo, con la sua pixel art scura e dettagliata, riesce a evocare un senso costante di inquietudine, mentre la colonna sonora accompagna le vicende con toni perfettamente calibrati sul mood del gioco sin dai titoli di testa.
Il motivo per cui vale la pena giocarlo è proprio questa combinazione di ritmo narrativo, atmosfera e accessibilità: il fulcro sta proprio nella storia e nel modo in cui viene raccontata. The Drifter sa intrattenere con un intreccio che mescola indagine, paranoia e colpi di scena, senza mai appesantirsi. È il genere di gioco che si completa in poche ore, ma lascia addosso quella sensazione di aver vissuto un’esperienza intensa, come un buon romanzo breve che si divora tutto d’un fiato.
Naturalmente non è privo di difetti. A margine di qualche piccolo baco in genere fixato, proprio la linearità che lo rende scorrevole potrebbe deludere chi cerca la libertà esplorativa o puzzle complessi in stile LucasArts. Alcuni passaggi possono sembrare fin troppo guidati e c’è chi potrebbe percepire la durata complessiva come troppo breve rispetto ad altre avventure del genere. Inoltre, pur con una pixel art di grande impatto, certe animazioni risultano un po’ rigide, rompendo a tratti l’immersione. Tuttavia si tratta di limiti che non intaccano la qualità complessiva, e anzi contribuiscono a sottolineare come The Drifter sia stato concepito come un racconto da vivere con continuità, senza tempi morti né frustrazioni.
In definitiva, The Drifter è un titolo che riesce a reinterpretare il genere delle avventure grafiche in chiave moderna, mettendo la narrazione al centro e costruendo attorno ad essa un’esperienza compatta, intensa e suggestiva, una di quelle che si ha voglia di riprendere in mano sino al completamento. Non è un gioco per chi cerca libertà assoluta o sfide complesse, ma per chi vuole lasciarsi trascinare da una storia ben scritta, cupa e affascinante, rappresenta una scelta che difficilmente deluderà.

The Drifter è un’avventura grafica disponibile su Steam che cattura fin da subito per la sua atmosfera cupa e il ritmo narrativo serrato. Sviluppato da Powerhoof, lo stesso team dietro titoli come Crawl, il gioco si muove sul solco delle classiche avventure punta e clicca, ma lo fa con uno stile moderno, asciutto e incentrato più sulla storia che sull’accumulo di oggetti o enigmi complicati. Il protagonista è Mick Carter, un uomo che ritorna nella sua città natale per un funerale e si ritrova trascinato in un vortice di misteri, violenza e soprannaturale. La trama scivola rapidamente da un noir crudo a un thriller psicologico, fino a toccare il terreno della fantascienza, senza perdere coerenza (forse giusto un passaggio tra il capitolo 5 e il capitolo 6 appare un po' forzato) e con una scrittura che sa sorprendere nei momenti giusti.

L’aspetto visivo, con la sua pixel art scura e dettagliata, riesce a evocare un senso costante di inquietudine, mentre la colonna sonora accompagna le vicende con toni perfettamente calibrati sul mood del gioco sin dai titoli di testa.
Il motivo per cui vale la pena giocarlo è proprio questa combinazione di ritmo narrativo, atmosfera e accessibilità: il fulcro sta proprio nella storia e nel modo in cui viene raccontata. The Drifter sa intrattenere con un intreccio che mescola indagine, paranoia e colpi di scena, senza mai appesantirsi. È il genere di gioco che si completa in poche ore, ma lascia addosso quella sensazione di aver vissuto un’esperienza intensa, come un buon romanzo breve che si divora tutto d’un fiato.
Naturalmente non è privo di difetti. A margine di qualche piccolo baco in genere fixato, proprio la linearità che lo rende scorrevole potrebbe deludere chi cerca la libertà esplorativa o puzzle complessi in stile LucasArts. Alcuni passaggi possono sembrare fin troppo guidati e c’è chi potrebbe percepire la durata complessiva come troppo breve rispetto ad altre avventure del genere. Inoltre, pur con una pixel art di grande impatto, certe animazioni risultano un po’ rigide, rompendo a tratti l’immersione. Tuttavia si tratta di limiti che non intaccano la qualità complessiva, e anzi contribuiscono a sottolineare come The Drifter sia stato concepito come un racconto da vivere con continuità, senza tempi morti né frustrazioni.


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